L'et del lume by Beatrice Del Bo;

L'et del lume by Beatrice Del Bo;

autore:Beatrice, Del Bo; [Del Bo, Beatrice ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Intersezioni
ISBN: 9788815374516
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2023-05-15T00:00:00+00:00


7. Alla luce di Sant’Orso di Aosta

Come le disposizioni per la sepoltura di prelati e cortigiani e le volontà testamentarie degli abitanti di Saluzzo riflettono la collocazione di ciascun membro nella sua realtà, così è anche per i canonici di Sant’Orso di Aosta. Il priorato era, insieme e in concorrenza con la cattedrale di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista, l’ente religioso di riferimento della popolazione della Valle, e, in certi frangenti, sicuramente il principale, a giudicare dal successo in termini di donazioni ricevute che ne avevano accresciuto il patrimonio in maniera considerevole. I canonici regolari di Sant’Orso, cioè i religiosi riformati che vivevano secondo la regola di sant’Agostino, rivestivano in questa realtà il ruolo, anche sociale ed economico, che altrove era ricoperto da altri ordini, come i cistercensi, in un primo tempo, e i mendicanti, in un secondo.

La chiesa sorgeva nell’area cittadina eponima, accanto alla Porta con lo stesso nome, e la comunità esisteva almeno dall’XI secolo. Dalla seconda metà di quello successivo, alla canonica era legato, non architettonicamente, un ospedale, sempre nel Borgo di Sant’Orso, affidato a un rettore, di solito scelto tra i canonici, finché per la povertà in cui versava l’ente non fu annesso alla mensa canonicale.

La vita e il ruolo dei canonici di Sant’Orso si definivano in pubblico in maniera clamorosa attraverso il rapporto dai difficilissimi equilibri con i canonici della cattedrale. Le relazioni di potere fra i due capitoli, cioè tra i due gruppi di uomini, si configuravano concretamente nelle prerogative attribuite agli uni e agli altri e nelle «precedenze» lasciate e rivendicate durante le pubbliche occasioni cerimoniali congiunte. In quelle circostanze l’arrivo dei canonici di Sant’Orso in cattedrale doveva essere scandito, sin dal loro passaggio sul ponticello di Perron, da uno scampanio continuo finché i religiosi non si fossero accomodati negli scranni del coro «concorrente». Si trattava di un segno tangibile del rilievo di queste persone nella vita di una città medievale in cui il paesaggio sonoro, accanto a quello luminoso, era ciò che la definiva non soltanto nei suoi ritmi ma anche nei suoi significati sociali. Nel 1233, inoltre, i canonici di Sant’Orso avevano rivendicato di poter far suonare le loro campane prima di quelle di Santa Maria e, soprattutto, avevano ottenuto di consegnare meno ceri, e di peso inferiore, per la festa della Purificazione della Vergine rispetto a quelli richiesti sino a quel momento. La questione delle precedenze proprio all’atto di sfilare in processione era stata risolta facendo procedere le due schiere di religiosi in perfetta sincronia affiancati gli uni agli altri.

Alle soglie del XVI secolo, i due enti ecclesiastici si trovavano per così dire uniti nella persona di Georges de Challant, canonico della cattedrale di Aosta, poi arcidiacono, ma anche commendatario perpetuo e canonico di Sant’Orso, oltre che prevosto commendatario di Saint-Gilles di Verrès e protonotario apostolico. Anche solo scorrendo i titoli che accompagnano il suo nome, risulta evidente l’allure di potere del personaggio. Esponente della più influente famiglia della Valle, Georges era figlio di Amedeo de Challant e



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